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Titolo dell'opera:

Renzo nel recinto del lazzaretto (1984)

Autore:

Nino Lupica

(Scordia (CT) 1938 - vivente )

Dimensioni:

mm. 270 x 375

Tecnica:

Serigrafia acquarellata a mano

Stile:

Espressionismo

Firma:

Lupica '84

Note:

In basso

112/150  - Tav. XXIII  - Renzo nel recinto de Lazzaretto - cap.  XXXIV  

Nino Lupica 1984

Renzo nel recinto del lazzaretto (1984)

Un altro spettacolo di dolore per Renzo all’ingresso nel recinto del lazzaretto. Gli ammalati di peste brancolano nel recinto inebetiti, sbandati, istupiditi o resi folli dalla malattia. Lupica li rappresenta barcollanti sotto un grande baldacchino dove i letti ammassati sono rigonfi dei corpi di coloro che giacciono sotto le coperte. Renzo, è rappresentato appoggiato a una trave che sostiene il baldacchino, affranto da quello spettacolo. La sua attenzione sembra concentrarsi su colui che, scrive Manzoni, “stava tutto infervorato a raccontar le sue immaginazioni a un disgraziato che giaceva oppresso dal male”. Anche qui, come nella precedente immagine, la linea espressionistica della scena asseconda col suo andamento spezzato la dolorosa rappresentazione e il colore fluisce nei toni sommessi e delicati della pietà umana.   

 

 

I Promessi Sposi, cap. XXXIV,  ed. 1840

Renzo prende in fretta dall’altra parte, e, rasentando il muro, trotta innanzi verso il ponte; lo passa, continua per la strada del borgo, riconosce il convento de’ cappuccini, è vicino alla porta, vede spuntar l’angolo del lazzaretto, passa il cancello, e gli si piega davanti la scena esteriore di quel recinto: un indizio appena e un saggio, e già una vasta, diversa, indescrivibile scena.

Lungo i due lati che si presentano a chi guardi da quel punto, era tutto un brulichío; erano ammalati che andavano, in compagnie, al lazzaretto; altri che sedevano o giacevano sulle sponde del fossato che lo costeggia; sia che le forze non fosser loro bastate per condursi fin dentro al ricovero, sia che, usciti di là per disperazione, le forze fosser loro egualmente mancate per andar piú avanti. Altri meschini erravano sbandati, come stupidi, e non pochi fuor di sè affatto; uno stava tutto infervorato a raccontar le sue immaginazioni a un disgraziato che giaceva oppresso dal male; un altro dava nelle smanie; un altro guardava in qua e in là con un visino ridente, come se assistesse a un lieto spettacolo.

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