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Titolo dell'opera:

Ritratto di donna (1967/1970)

Autore:

Francesco Messina

(Linguaglossa, Catania 1900 - Milano 1995)

Dimensioni:

cm 23,5x18,5x13,5; altezza con base cm 34; larghezza base di sostegno cm 10x10

Tecnica:

Bronzo

Stile:

Classicismo novecentesco

Firma:

Firmato in basso sulla sinistra: Messina

Provenienza:

Acquisto 1980

Note:

Inedito

Ritratto di donna (1967/1970)

Riferendosi alla scultura di Francesco Messina, Jean Cocteau ha scritto che “l’arte è una vibrazione immobile”. La definizione si attaglia perfettamente a questo volto di donna, cui, allo stato attuale delle ricerche, non è ancora stato possibile dare un nome.

L’armoniosa bellezza del viso, la perfetta simmetria dei tratti, la brillante levigatezza del bronzo, che qui raggiunge la delicata morbidezza di una pelle, tutto trasmette l’immagine di una perfezione senza tempo e di una pienezza vitale alimentata da un’intima vibrazione della forma. Già nel 1929 Carlo Carrà notava come in Messina sia imperioso il “bisogno di far vivere un essere nello spazio” e come nel suo procedimento idealistico di risoluzione delle immagini reali in immagini ideali giochino un ruolo importante “alcune teste femminili dove la dolcezza dell’espressione e il modellato sapiente acquistano vibrazioni inedite” (Carlo Carrà, Francesco Messina scultore, Galleria Milano, marzo 1929).

C’è in questo volto, come in tutta la scultura di Francesco Messina, “una millenaria tradizione mediterranea”, ha scritto Erich Steingraber, una tradizione “in cui si ritrovano insieme, in egual misura, la grazia dell’arte greca, l’asciuttezza della ritrattistica romana e il realismo dell’arte figurativa del Quattrocento” (E. Steingraber, Francesco Messina, Monaco, 1979) mirabilmente sintetizzate, senza alcuna ombra di accademismo, in un’immagine di modernissima sensibilità. Ma c’è soprattutto, aggiungiamo noi, quella frontalità che conferisce a questo volto una ieratica enigmaticità, che ci rende chiara e sfuggente, al tempo stesso, la sua essenza. Il che, appunto, ci fa stare davanti ai ritratti di Messina senza mai saziarci della visione.

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