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Titolo dell'opera:

Santa Maria della Torre a Ripa Grande

Autore:

Thomas Wijck

(Beverwyck, Olanda 1616 ca. - Haarlem 1677)

Dimensioni:

cm 51,7x77,2

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Naturalismo

Provenienza:

Acquisto da collezione privata romana tramite Finarte, 1981 col titolo: Paesaggio con figura

Esposizioni:

2004, Milano, “Dipinti fiamminghi e olandesi dalle collezioni lombarde”

Bibliografia

A. Busiri Vici, Porti, piazzettte, casolari di Roma e dintorni di Tommaso fiammingo, in “L’Urbe”, n. 4, luglio-agosto 1978, fig. 6; AA.VV., Tesori d’arte delle banche lombarde, Roma, 1995, p. 127; Bert W. Meijer (a cura di), Dipinti fiamminghi e olandesi dalle collezioni lombarde, catalogo della mostra, Milano, Silvana, 2004; Guido Jansen - Bert W. Meijer - Paola Squellati Brizio, Repertory of Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections, Lombardy 2 (M-Z), Firenze, Centro Di, 2005

Santa Maria della Torre a Ripa Grande

L’animato scorcio di un angolo urbano a ridosso di un piccolo porto. A destra la banchina del porto con gli alberi delle navi che si stagliano sulle nubi di un cielo debolmente irradiato di sole, a sinistra il gruppo dei palazzi in penombra davanti a cui una piccola folla si prepara alla partenza. In mezzo il muro digradante che divide la banchina dalla via che discende verso il porto.La mossa geometria delle architetture (archi, scalinate, finestre, muri, absidi, timpani, torri, tetti camini, ecc.), ha il suo pendant umano nella piccola folla di marinai al lavoro, passeggeri in attesa, contadine con la cesta in testa, mercanti che caricano o scaricano il fardello dei loro asini (anche questo elemento tipico e ricorrente in Wijck) e semplici curiosi, tutto un pullulare di vita e di presenze che affiorano lentamente alla vista nella penombra dorata che avvolge l’insieme. La scena riassume bene le caratteristiche migliori della pittura di Thomas Wijck. Vi ritroviamo, infatti, il gusto pittoresco per gli ambienti e le architetture fatiscenti, per la vegetazione che cresce spontanea in cima ai muri in rovina, per le presenze di contadini, marinai e popolani, per le atmosfere pomeridiane, ma soprattutto per quelle profonde tonalità brune segnate dai contrasti della luce e dell’ombra che ritmano tutta la composizione.Come spesso accade in Wijck, le parti più in penombra sono quelle in primo piano, dove giunge meglio la vista, mentre in lontananza la luce rischiara l’orizzonte su cui le vele ammainate e gli alberi delle navi alla fonda nel porto, disegnano la loro suggestiva e malinconica geometria.

Per il taglio compositivo, il coerente equilibrio cromatico e la sottile poesia che emana dalle architetture, dai personaggi in attesa e dalla nave proiettata nell’orizzonte, il dipinto va considerato uno dei paesaggi italianizzanti migliori di Wijck e una testimonianza significativa del gusto fiammingo secentesco per il paesaggio italiano.

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