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Titolo dell'opera:

Toro che carica (1970)

Autore:

Augusto Murer

(Falcade, Belluno 1922 - Padova 1985)

Dimensioni:

cm 25x16x16

Tecnica:

Bronzo

Stile:

Espressionismo

Provenienza:

Acquisizione da collezione privata, 1996

Note:

Esemplare unico da modello in cera

Toro che carica (1970)

Intorno al 1964, accanto alla scultura in legno, Murer comincia a modellare la cera e a fonderla in sculture di bronzo. E’ una pratica che nasce dal suo impegno nella realizzazione dei grandi monumenti in bronzo e che si va precisando e affinando nella produzione di piccole sculture, come questa, di forte realismo espressionista.

Il tema del toro, insieme a quello mitologico del Minotauro, è ricorrente nella sua opera in bronzo dove esprime la forza e l’energia vitale, cieca e primordiale che Murer avvertiva nella natura.

Colpisce in questo bronzetto la tensione dinamica e drammatica che questa energia vitale acquista nel corpo massiccio del toro, la sua poderosa e materica fisicità, che ritroveremo altrettanto forte nel grande Toro del 1983, dove il corpo del toro, che nell’atto finale della carica si alza completamente sulle due gambe posteriori, appare ancora più espressionisticamente scavato e tormentato.

Anche questo Toro che carica, come il successivo Toro del 1983, può essere considerato, come scrive Raffaele De Grada nella sua monografia del 1986 su Murer, “una sintesi di gesto e struttura formale”, una scultura in cui si fondono perfettamente “l’immagine modellata dal pensiero e l’avventura estrosa della fantasia”, ma in cui risalta, soprattutto, la sua suprema qualità di narratore attraverso le forme, che ne ha reso celebre la scultura monumentale.

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