Immagine dell'opera
[Invito alla lettura]

Titolo dell'opera:

In contrada (1982)

Autore:

Giancarlo Vitali

(Bellano 1929 - )

Dimensioni:

mm 255x258

Tecnica:

Ceramolle su zinco

Stile:

Naturalismo espressionista

Firma:

Firmata sul foglio in basso a destra: Gian Vitali

Provenienza:

Acquisto diretto da editore

Note:

L’opera fa parte delle 10 incisioni che compongono la cartella di Giancarlo Vitali, Il mio paese del lago, presentazione di Gianni Brera

Stampatore: Grafica Uno, Milano; Editore: Oreste Bellinzona, Lecco, 1982

Tiratura: 70 + X

Esemplare: 13/70

Unico stato

Bibliografia

E. Invernici, Il Punto Stampa, supplemento al n. 1, a. II, gennaio 1983, pp. I-IV (con bibliografia); Paolo Bellini, (a cura di) Giancarlo Vitali, Catalogo dell'opera incisa 1980-1993, O. Bellinzona - C. Linati Editori, Milano/Editrice G. Stefanoni, Lecco, 1994, ill. n. 52, scheda n. 29; Franco Monteforte (a cura di), Vita di lago. Omaggio a Giancarlo Vitali, con una presentazione di Andrea Vitali, Banca Popolare di Sondrio, 2009.

In contrada (1982)

E’ un'atmosfera confidenziale quella che, nella luce del vicolo, unisce queste tre donne, un'atmosfera potentemente espressa dall'atteggiamento dei volti e delle mani che ne sottolinea anche le relazioni psicologiche. Le due amiche che ascoltano, si tengono a braccetto. Quella più a destra, di profilo, ascolta impassibile con le braccia conserte, mentre quella più al centro, il volto lievemente reclinato verso l'amica, guarda da dietro gli occhialini con una sfumatura di compiaciuto scetticismo, tenendosi stretto, con impagabile gesto della mano, lo scialle sul petto. Della donna che parla vediamo i capelli raccolti e il profilo, ma non ne indoviniamo i tratti del volto, né sappiamo ciò di cui sta parlando. Le sue mani, però, e quell’indice della sinistra che indirizza e precisa le sue confidenze, sono più eloquenti di qualsiasi parola. Il flusso della conversazione procede da sinistra verso destra seguendo la diagonale ascensionale della composizione e si blocca sul volto illuminato della figura ritta sulla sinistra e sul suo sfingeo, impassibile cenno di sorriso. Come non riconoscere in tutta la scena gli echi della grande tradizione realistico-popolare dell'arte lombarda che arriva fino al Pitocchetto e, più in là ancora, al Romanino e al Caravaggio? Come non riconoscere nel disegno di quelle mani, le mani antirinascimentali tante volte ammirate nelle opere del Romanino? Si indovinano sui volti perfino le pieghe e le rughe della pelle. E anche delle capigliature, anch'esse sommariamente accennate, non si perde il più piccolo particolare in questa incisione in cui si distinguono anche le ciocche e i fili dei capelli.

La scena, tipica della vita di paese, Vitali l'ha raffigurata a più riprese. Il soggetto delle tre donne in conversazione per strada, in particolare, lo si ritrova, ci informa Paolo Bellini nel Catalogo dell’opera incisa dell’artista, in una tempera, in un olio e in due monotipi degli anni Settanta.

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