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Titolo dell'opera:

Mattina in Valmadrera

Autore:

Silvio Poma

(Trescore Balneario/Bergamo 1840 - Turate/Como 1932)

Dimensioni:

cm 48x63

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Naturalismo ottocentesco lombardo

Firma:

Firmato in basso a destra: S. Poma

Provenienza:

Acquisto

Note:

Opera inedita

 

Mattina in Valmadrera

Poma dipinse una prima volta questo scorcio dei Corni di Canzo dalla Valmadrera nel 1879 presentandolo in quello stesso anno col titolo In Valmadrera alla Promotrice di Torino, dove fu acquistato dalla duchessa Vittoria, madre della Regina Margherita. L'artista ritorna sullo stesso soggetto paesistico alla fine della carriera verso il 1910, data presumibile di questo quadro, con una serie di significative variazioni stilistiche che danno complessivamente il senso della sua trentennale evoluzione artistica. Rispetto all'opera di trent'anni prima, questa tela ancora inedita, si presenta sensibilmente più piccola e la stessa inquadratura paesistica appare più concentrata e raccolta. Anche il soggetto della scena in primo piano, che nel '79 era un contadino sul greto del torrente che carica il suo carretto al tramonto, è qui, invece, un pastore che transita sullo stesso greto con le sue mucche. Ma le variazioni maggiori sono di stile. Non più il nitore realistico di un paesaggio dai contorni ben definiti in tutti i suoi elementi, ma un'impressione visiva resa con una pennellata sintetica in cui il colore fluisce più libero e sciolto e le cose trapassano l'una nell'altra senza contorni e senza soluzione di continuità. E' una visione più moderna e meno accademica, più pittorica e meno fotografica, in cui il paesaggio si fa quasi più intimo e personale e la stessa montagna acquista maggiore evidenza e vigore. L'artista ha probabilmente dipinto la scena sulla base di uno schizzo giovanile, ma certamente la resa pittorica è diversa. Quello del 1879 era, infatti, il paesaggio di un pittore preoccupato solo di dipingere fedelmente la realtà che aveva sotto gli occhi, analiticamente descritta in tutti i suoi particolari. Il pittore del 1910 è, invece, un artista che mira a rendere la propria, soggettiva e sommaria impressione di quella realtà e il suo particolare modo di percepirla nei suoi valori squisitamente cromatici. La certezza della realtà di trent'anni prima ha ceduto il posto alla fuggevolezza dell'impressione che, sul piano stilistico, si traduce nella rapidità della pennellata e nella sfrangiata fluidità del colore che deve fissarla sulla tela prima che svanisca. In trent'anni la visione del paesaggio si è fatta, insomma, in Poma, più personale, interiore moderna. E non è un caso, a nostro avviso, che questi nuovi caratteri della sua pittura si manifestino proprio in un soggetto fra i più tradizionali della sua pittura. L'artista bergamasco, d'altronde, non rinuncia all'animazione macchiettistica della scena col pastore e gli animali in funzione anche di vivacizzazione cromatica. La tecnica pittorica è nuova, ma il soggetto artistico rimane ancora bucolico e tradizionale e questo resta il vero limite di Poma, del tutto normale e comprensibile in un artista di paesaggio che appartiene interamente al realismo del secondo Ottocento.

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