Dopo il tempestoso colloquio con fra Cristoforo, don Rodrigo passeggia irrequieto e nervoso nello stanzone dove sono appesi alle pareti i ritratti dei propri antenati: ”un suo antenato guerriero, terrore de’ nemici e de’ suoi soldati, ritto in piedi con le gambiere, coi’ cosciali, con la corazza, coi bracciali, co’ guanti, tutto di ferro; con la destra sul fianco, e la sinistra sul pomo della spada. Un altro antenato, magistrato, terrore de’ litiganti e degli avvocati” che sedeva su una seggiola coperta di velluto rosso.
Alla vista di tanta passata grandezza, sorge in lui prepotente il desiderio di emularla nella malvagità.