In un’atmosfera di profonda oscurità, merge in primo piano la mezza figura di San Carlo Borromeo, dall’inconfondibile naso aquilino qui fortemente pronunciato, in abito rosso cardinalizio e veste nera, che medita con le mani intrecciate di fronte a un crocifisso davanti a cui sta un teschio. La sua è dunque una meditazione sulla sofferenza e la morte, sul memento mori, vissuto non con assorta gravità, ma con serena e quasi gioiosa consapevolezza della futura felicità ultraterrena, come lascerebbe intendere l’inusuale espressione di sorridente e devota confidenza con cui il santo guarda la figura di Cristo.