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Titolo dell'opera:

San Rocco

Autore:

Pittore ignoto del XVII sec.

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Dimensioni:

cm 123,5x85

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Barocco

Provenienza:

Collezione Battista Leoni

San Rocco

San Rocco è stato uno dei santi più popolari del Medioevo. La sua biografia, avvolta nella leggenda, lo vuole figlio del governatore di Montpellier e pellegrino a Roma a vent'anni, impegnato lungo il percorso nella cura dei malati di peste, guariti tracciando su di essi il segno della croce. E alla fama di guaritore e protettore dei malati e dei pellegrini è stata sempre legata la sua popolarità. Ammalatosi di peste a Piacenza, si sarebbe rifugiato in un bosco nei pressi della stessa città, nutrito miracolosamente da un cane il cui padrone lo avrebbe, infine, curato fino alla guarigione. Tornato a Montpellier senza più essere riconosciuto, sarebbe stato preso per un impostore e rinchiuso in prigione dove morì. Ma, dopo la morte, il ritrovamento sul suo petto di una croce incisa ne avrebbe rivelato la vera identità di figlio del governatore.

Nell'iconografia artistica i suoi segni distintivi essenziali sono la conchiglia e il bastone di pellegrino, ma è spesso rappresentato anche col cane, nell'atto di sollevare la veste per mostrare i segni della peste all'inguine come in un noto dipinto di Giorgione conservato al Prado.

In questa tela di ignoto maestro del ‘600, lo troviamo raffigurato a mezza figura, in abito chiaro con un 'antello giallo e una mantellina scura sulle spalle, su cui pendono la conchiglia e una croce. Con la destra sollevata, il santo regge il bastone di pellegrino, mentre con la sinistra, in cui tiene un libro, solleva ai fianchi un lembo del mantello giallo. Il viso allungato, bianco e roseo, incorniciato da lunghi capelli e contornato dalla barba e dai baffi, appare ispirato in atto di devozione.

E' una rappresentazione sobria e allo stesso tempo colta del santo, in cui più che sulle sue virtù taumaturgiche di guaritore, l'artista pare puntare sugli aspetti e sui segni più propriamente religiosi della sua santità, come la croce sul petto e la mantellina di terziario francescano, che rivelano una conoscenza non banale della sua biografia più nota e importante, quella che nel 1478 gli dedicò il veneziano Francesco Diedo.