Adda in Valtellina (L') (L'Adda a Sondrio) (1961)
(Carpignano Sesia, Novara 1923 - Romagnano Sesia, Novara 2005)
cm 49,6x60
Olio su tela
Naturalismo novecentesco
Firmato e datato in basso a destra: Ajmone '61
Commissione diretta della banca all'artista
1990, Sondrio, Palazzo del Governo, "Il paesaggio valtellinese dal Romanticismo all'Astrattismo"
M. Gianasso (a cura di), 14 pittori in Valtellina e Valchiavenna, Sondrio 1961, tav. XVI; F. Monteforte, Il paesaggio valtellinese dal Romanticismo all'Astrattismo, catalogo della mostra, Milano, Mondadori, 1990, p. 169, n. 54; AA.VV., Tesori d'arte delle banche lombarde, Roma, 1995, p. 352
Insieme al nudo femminile, il paesaggio fluviale del Sesia e del Tanaro è stato uno dei temi più ricorrenti nella pittura di Ajmone. In questo paesaggio fluviale dell'Adda, il fiume non scorre, ma è bloccato in una sua silenziosa e livida fissità, accentuata dalla tesa stesura del colore tirato a spatola sulla tela. Non è un fiume, ma uno stagno che nella sua vitrea specularità accoglie e si confonde col cielo in un suggestiva indeterminatezza che coinvolge anche il versante della riva opposta del fiume e il sovrastante versante della montagna, sommariamente accennati.
L'immobile atmosfera fluviale e la grigia nudità del paesaggio privo di qualsiasi concessione decorativa, si caricano di una “luminosità albescente”, come l'ha definita Vittorio Fagone, in cui risuona un'indefinita e mesta nota emotiva che richiama i versi di Cesare Pavese in Lavorare stanca:
I mattini trascorrono chiari e deserti
Sulle rive del fiume, che all’alba si annebbia
E incupisce il suo verde, nell’attesa del sole