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Titolo dell'opera:

Madonna col Bambino, San Giuseppe e un angelo

Autore:

Giulio Cesare Procaccini

(Bologna 1574 - Milano 1625)

Dimensioni:

cm 134 x 159,7

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Classicismo barocco emiliano

Provenienza:

Collezione privata, Sondrio, 1974

Bibliografia

AA.VV., Tesori d'arte delle banche lombarde, Roma, 1995, p. 111

Madonna col Bambino, San Giuseppe e un angelo

La Vergine dai lunghi capelli, col viso di profilo leggermente girato verso chi osserva, avvolge il braccio destro attorno al capo paffuto del bambino trattenendolo con una mano per le ginocchia.

La luce illumina il suo bel volto leggermente sorridente, il braccio destro che trattiene in basso il mantello viola e il corpo del bambino che si appoggia con una mano sul petto occupando il centro della composizione.

Un angelo si china da dietro sorridente sul bambino e, più in alto a sinistra, nella scura atmosfera del quadro, si intravede il volto di S. Giuseppe che distende il suo braccio a proteggere l’intero gruppo.

La tela è entrata nel 1974 nella collezione della Banca Popolare di Sondrio con una attribuzione al Procaccini del prof. Enos Malagutti che la definisce “opera sicura e di buona qualità del maestro bolognese Giulio Cesare Procaccini, databile intorno al 1600”.

Se l’attribuzione appare abbastanza convincente, la data è però, per lo meno, da posticipare al secondo decennio del Seicento, per gli stretti rapporti che l’opera intrattiene con le altre del Procaccini risalenti a questo stesso periodo.

Il volto della Madonna, infatti, di un’eleganza vicina alle Madonne del Parmigianino, pare richiamare direttamente quello della Madonna col Bambino e i santi Pietro e Paolo, nella parrocchiale di Domaso, che Marco Rosci suggerisce di datare intorno al 1610. D’altra parte il S. Giuseppe che sta alle spalle del gruppo, la capigliatura della figura accanto alla Vergine, ma più in generale, l’intero impianto compositivo rimandano direttamente allo Sposalizio mistico di S. Caterina, databile intorno al 1615.

Nell’insieme, però, la tela presenta una certa incompiutezza, soprattutto nella parte destra, insieme a una certa sommarietà nei volti del Bambino e di S. Giuseppe e a qualche incongruenza nel braccio sinistro della Vergine che sbuca fuori con un rapporto anatomico poco coerente col resto della sua figura. Tutti elementi che richiederebbero una ricognizione più approfondita dell’opera per escludere eventuali apporti o rifacimenti estranei al Procaccini. E tuttavia vi si avverte quell’atmosfera di grazia e morbidezza tipica del Procaccini, così vicina a quella del Correggio e del Parmigianino pur nella cupa tonalità, tutta lombarda, dello sfondo da cui il gruppo emerge con forte contrasto chiaroscurale.

E sono forse tutti questi caratteri che portarono a suo tempo Malagutti a ritenerla una delle prime opere del Procaccini.