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Titolo dell'opera:

Bird (1745)

Autore:

George Edwards

(Stratford/Essex 1694 - Plaistow/Londra 1773)

Dimensioni:

mm. 240 x 185

Tecnica:

Acquaforte e acquatinta colorata a mano

Stile:

Naturalismo

Firma:

Firmata e datata:

Note:

Tratta da A Natural History of common Birds and of some rare and undescribed Animals, Londra, 1747,  2° vol., tav. n. 109.

Bird (1745)

E’ nota la passione descrittiva e classificatoria con cui nasce nel Settecento la moderna scienza naturalistica che culmina nel Sistema Naturae di Linneo e nella Histoire Naturelle Générale et Particulière di George-Louis Buffon. Il Buffon aveva dedicato nove dei 36 volumi della sua grande opera agli uccelli che fin dal ‘500 avevano costituito oggetto di un’attenzione particolare. Basti pensare ai 14 libri della Ornithologiae Hoc est de Avibus Historiae (Ornitologia , ossia storia degli uccelli) pubblicata dal bolognese Ulisse Aldrovandi fra il 1599 e il 1603.

E’ in questo filone che si inserisce la Natural History of  common Birds dell’inglese George Edwards. Il suo merito scientifico, per cui verrà giustamente premiato dalla Royal Society di Londra, è soprattutto quello di far conoscere nuove specie di uccelli, rare e fino allora sconosciute. Ma Edwards non era solo un naturalista in grado di fornire una descrizione scientifica degli uccelli osservati, ma anche un buon pittore, particolarmente sensibile alla bellezza e alla varietà dei colori di questi veri e propri capolavori artistici della natura vivente che egli riprodusse con meticolosa esattezza dal vivo nel corso delle sue peregrinazioni naturalistiche nell’Europa del tempo.

E’ da questi suoi disegni che nascono le centinaia di incisioni all’acquaforte che corredano i suoi volumi e che oggi superano per interesse il loro stesso valore scientifico.

Ne abbiamo un esempio in questa acquaforte, dove il paesaggio naturale è ridotto all’essenziale – un lontano gruppo d’alberi in lontananza e un esile albero piegato e quasi privo di vegetazione in primo piano, su uno spuntone roccioso con radi cespugli fra l’erba su cui striscia un insetto – proprio per esaltare sullo sfondo volutamente bianco tutta la variopinta bellezza  dell’uccello osservato  e l’armoniosa sinfonia cromatica del rosso mattone, dell’azzurro, del marrone e del grigio del suo naturale manto di piume e della sua grande coda.  E’ un uccello allora ancora sconosciuto e perciò qui genericamente chiamato Bird, dall’artista.  L’uccello, le cui zampe fanno saldamente presa sul tronco, è colto nell’atto di girare la testa, il che ci consente di poterne ammirare l’occhio straordinariamente vivo, il lungo becco nero e adunco, la perfetta conformazione del collo dove i colori sfumano e si schiariscono, e il profilo dell’ampio petto di cui intravediamo il candido piumaggio.