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Titolo dell'opera:

Cristo e gli apostoli durante la tempesta

Autore:

Matthieu Van Plattenberg

(Anversa 1608 - Parigi 1660)

Dimensioni:

cm 230 x 270

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Barocco

Provenienza:

Collezione privata, Faenza, 1974

Note:

Attribuito prima a Monsù Montagna ed ora a Matthieu Van Plattenberg

Bibliografia

AA.VV., Tesori d'arte delle banche lombarde, Roma, 1995, p. 91.

Cristo e gli apostoli durante la tempesta

L’episodio rappresentato è la parte finale di quello descritto in Matteo, 14, 24-32. Gesù ha appena salvato Pietro dalla furia delle acque e sale con lui sulla barca ancora in balia delle onde su cui sono gli altri apostoli, indicando con la destra il cielo all’orizzonte dove sembra spuntare il sereno. “Appena saliti sulla barca - dice l’evangelista - il vento cessò.”

Anche in questo caso, l’episodio diventa pretesto per una rappresentazione del mare in burrasca e l’esaltazione della forza della natura. Le onde, illuminate da una sinistra luce radente, si agitano con furia minacciosa attorno alla barca su cui stanno gli apostoli che sta per essere scaraventata contro gli scogli, sotto un cielo nero e incombente, gravido di nubi burrascose.

All’orizzonte si apre il bagliore luminoso dell’alba che si riverbera nel potente chiaroscuro in primo piano e che, mentre accentua la drammaticità della scena, diventa anche segno di salvezza, come sembra indicare la stessa mano sollevata di Cristo.

Anche qui la potenza aggressiva dell’acqua esalta, per contrasto, la potenza salvifica di Cristo e il tema della marina in tempesta, attraverso i particolari del racconto evangelico, si trasfigura in quello morale della salvezza.

Per l’identificazione dell’autore di questo dipinto in Matthieu van Plattenberg, oltre a quanto detto nella scheda biografica di quest’ultimo, valgono le considerazioni svolte per il Cristo che salva Pietro dalle acque di cui è il pendant tematico e insieme al quale è stato acquistato dalla Banca Popolare nel 1974 sulla base di una perizia di Mina Gregori e di una successiva nota critica di Carlo Volpe che attribuiscono entrambi i dipinti a Monsù Montagna identificato sulla scorta dell’abate Lanzi e a differenza di quanto si riconosce oggi, in un ancor oggi poco conosciuto Renaud de la Montagne o monsignore Rinaldo della Montagna, per dirla con il Malvasia.