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Titolo dell'opera:

Colline piatte

Autore:

Zoran Music

(Gorizia 1909 - Venezia 2005)

Dimensioni:

mm 340x445

Tecnica:

Litografia

Stile:

Naturalismo espressionista

Firma:

Firmata sul foglio in basso a destra: Music

Provenienza:

Acquisto da Galleria Bellinzona

Note:

Litografia a colori

Tiratura: 100

Esemplare n.20

 

Colline piatte

“Gorizia, significa la piccola collina […] - scrive Music - Io sono nato in una piccola collina”. La collina è la metafora primordiale in cui si condensa tutta l'arte di Music. Collina è il ventre materno rigonfio di vita. Collina è il paesaggio ondulato del Carso, scavato ed eroso dalle piogge che vi imprimono mille ferite. Collina è l'accatastarsi dei cadaveri nel campo di Dachau. Collina è il tumulo che ricopre il sepolcro. Nella collina c'é, insomma, l'immagine stessa dell'inizio e della fine, l'alfa e l'omega della vita. La collina si riveste di luce all'esterno, ma all'interno riveste la notte. In essa la luce e l'ombra entrano in eterna, inscindibile tensione, come la coscienza e l'inconscio. E non è perciò un caso se, viaggiando in treno nel '47 verso Roma, è colpito dal paesaggio collinare umbro e toscano, cui dedicherà un'intera serie di opere.

Il bianco della collina qui raffigurata, ne mette in evidenza la forma svuotata, senza peso, e nello stesso tempo, screziata e maculata. Le colline, infatti, sono sempre per Music quelle della propria infanzia: aride e piatte, prive di vegetazione, arrotondamenti dove la terra mostra le proprie nude ferite. “Immaginate - scrive riferendosi alle colline dell'altipiano carsico goriziano - una immensa distesa di pietre, interrotta solamente da piccoli monticelli arrotondati, sorta di aride mammelle.”

Non riconosciamo in questa descrizione un paesaggio di colline piatte?