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Titolo dell'opera:

Piazza Borromeo a Milano (1930)

Autore:

Lucio Todeschini

(Milano 1892 - Cortenova/Como 1969)

Dimensioni:

cm 50x80

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Naturalismo novecentesco

Firma:

Firmato, titolato e datato in basso a destra: Todeschini / Pz Borromeo / 1930

Provenienza:

Acquisto da collezione privata

Piazza Borromeo a Milano (1930)

Il piazzale Borromeo è uno dei luoghi della vecchia Milano che ha subito forse le trasformazioni più radicali dopo i bombardamenti dell’ultima guerra che ne hanno modificato l’originaria fisionomia. In questa veduta di Todeschini la piazza appare come si presentava ancora nel 1930. Todeschini ce ne offre una vista panoramica con una prospettiva a grand’angolo in grado di coglierne tutta la vastità, a partire dai paletti in primo piano, che un tempo ne delimitavano l’accesso, e dagli alberi che alzano i loro rami spogli al cielo, fino alla statua in rame di S. Carlo, al centro della piazza, e al vasto complesso della chiesa di S. Maria Podone con l’imponente facciata secentesca, alla cui sinistra si intravede, nella foschia della grigia giornata invernale, la sagoma dell’antico palazzo dei Borromeo, mentre sulla destra lo sguardo si distende sulle case della città.

L’elegantissimo equilibrio cromatico dell’insieme si regge su impianto compositivo da manuale, con l’albero al centro che divide perfettamente in due la scena urbana. La pennellata sintetica e sicura, in cui i grigi e i marroni si accendono di leggerissimi guizzi di bianco, è efficacissima nel rendere visivamente gli elementi architettonici della piazza, senza descriverli ma solo graduando il tono cromatico della loro sagoma. La donna in grembiule che attraversa in fretta la piazza tenendo per mano la sua bambina, vivacizza per un attimo, coi colori del suo vestito, la scena e conferisce un tocco di umanità allo spazio assieme all’uomo che sulla sinistra intravediamo sotto un albero. Il grande pronao che precede la facciata della chiesa, pur visibile, scompare nella tonalità dell’insieme. Anche qui Todeschini privilegia quell’atmosfera crepuscolare che avvolge con un sottile velo di poesia queste sue vedute urbane.