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Titolo dell'opera:

Senatore Ezio Vanoni (1977)

Autore:

Simone Gentile

(Sevres, Parigi 1918 - Milano 1996)

Dimensioni:

130 x 97

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Realismo figurativo

Firma:

Simone Gentile Milano 77

Provenienza:

Acquisto su commissione diretta

Esposizioni:

Ritratti di Simone Gentile, mostra alla sede centrale della Banca Popolare di Milano, 7 – 14 giugno 1978

Bibliografia

Ritratti di Simone Gentile, introd. di Luigi Barzini, Milano, All’insegna del Pesce d’oro, 1978, n.25; Simone Gentile, silografie, acquetinte, monotipi, disegni dipinti, con una premessa di Maurizio Mazzocchi, Milano, Libreria Bocca/Edizioni Vanni Scheiwiller, 1998, pp.272-273

Senatore Ezio Vanoni (1977)

Dei due ritratti di Ezio Vanoni dipinti da Simone Gentile nel 1977, questo, destinato alla sede di Sondrio, è forse il più noto. Vanoni è colto di profilo in atteggiamento attivo e dinamico, come se si apprestasse a parlare. Anche le mani tendono a sottolinearne la posa dinamica della figura che risalta, col suo abito scuro gessato e la chiara carnagione delle mani e del volto, sul verde intenso e squillante del fondo. Ed è proprio il vivace contrappunto cromatico a caratterizzare l’intera composizione e a conferire al ritratto una vibrante idea di volontà d’azione in diretta relazione con l’accorata sollecitudine dell’uomo politico per le sorti dell’Italia di cui era ministro e della Valtellina, in cui era nato e in cui era eletto.
Se nel primo dei due ritratti, oggi nella sede della Banca a Milano, è soprattutto lo studioso e l’economista che l’artista intendeva mettere in rilievo, qui è invece il ministro e l’uomo politico che balza vigorosamente in primo piano, fin dal titolo in cui si sottolinea la funzione ministeriale di Vanoni.
I due ritratti, insomma, vengono a formare quasi un dittico che ricompone nella sua interezza la figura umana di Ezio Vanoni. E di entrambi si può dire ciò che ha scritto Rossana Bossaglia in riferimento ai ritratti di Simone Gentile, “attenti alla precisa resa fisionomica, ma sempre con una carica in più; non adulatori, se si vuole, anzi spietati, e tuttavia, e appunto per ciò, percorsi da una vitalità assai superiore al senso di una ripresa dal vero.”