Serenella (1962)
La serenella, meglio conosciuta come lillà, oltre che per le sue proprietà toniche e depurative era anticamente ritenuta dotata di virtù magiche. Per la profumata fragranza ei suoi fiori si riteneva, infatti, che fosse il luogo prediletto dalle fate e che servisse a purificare un luogo dal male e a liberarlo dagli spiriti malvagi.
Un’identica atmosfera fatata ritroviamo nella cremosa vaporosità di questi lillà, venati di riflessi violacei che si irradiano dal loro cuore intensamente viola verso l’estremità dove i petali si intrecciano alle verdi foglie cuoriformi.
Anche l’ambiente circostante sembra impregnarsi degli stessi umori cromatici dei fiori, mentre la cristallina trasparenza dell’acqua nel vaso contribuisce a dare a tutta la composizione una freschezza di rugiada e un alone di purezza che era quello che le favole antiche attribuivano appunto a questa fiori.
La delicata vena poetica della Merizzi Turchetti, trova insomma nelle composizioni floreali, dove si richiama alle morbide e vaporose atmosfere di Renoir, il suo vero tema elettivo entro cui si muove sempre con aristocratica e misurata libertà espressiva.