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Titolo dell'opera:

Cascade de Pianazo près de Campo Dolcino (1826)

Autore:

Johann Jakob Meyer

(Meilen 1787 - Zurigo 1858)

Dimensioni:

mm. 182x145

Tecnica:

Acquatinta

Stile:

Romanticismo

Firma:

In basso a sin.: J.J. Meyer del. – a destra: R. Bodmer inc.

Note:

Dall'album Die Bergstrasse durch den Canton Graubündten nach den Langen – und Comer-See , Zürich, 1826  (La strada di montagna attraverso il Canton Grigioni verso i laghi Maggiore e di Como), tav. n. 27

Bibliografia

Francesco de Giacomi (a cura di), Monza e l’Europa, Associazione pro Monza, 1997, ill. n. 125,  p. 136;

J.J. Meyer- J. G. Ebel,  Die Bergstrasse durch den Canton Graubündten nach den Langen – und Comer-See, Zürich, bey J. Jakob Meyer, 1826, riproduzione anastatica della prima edizione del 1825, Sondrio, Credito Valtellinese, 2009, tav. n. 27, p. 61

La riedizione dell’album del Meyer è accompagnata dalla pubblicazione, sempre a cura del Credito Valtellinese,  di un volume fotografico di Dominique Laugé che ripercorre i luoghi delle vedute del Meyer mostrandone con le sue fotografie l’aspetto attuale.

Guglielmo Scaramellini, La fortuna letteraria e iconografica di una grande via transalpina dell’Ottocento, in  G. Scaramellini,  Paesaggi di carta, paesaggi di parole, Giappichelli, Torino, 2008, pp. 191-195, ill. 5.17, p. 181;

Franco Monteforte, Milano e la Lombardia pittoresca del primo Ottocento, Sondrio, Banca Popolare di Sondrio, 2011.

Cascade de Pianazo près de Campo Dolcino (1826)

La cascata di Pianazzo è nell’Ottocento uno dei punti più spettacolari e più rappresentati lungo la  strada dello Spluga. Meyer ce ne dà una visione distante e ravvicinata allo stesso tempo, alquanto diversa  da quella di molti artisti dell’epoca. Le acque dello Scalcoggia precipitano con paurosa verticalità lungo la parete sprigionando nell’impatto con la roccia una nuvola di spuma che avvolge la montagna in un vaporoso scenario infernale. L’immagine si fa più distesa avanzando verso il primo piano, dove il corso spumeggiante del torrente riacquista il suo normale andamento e i massi rocciosi trovano il loro contrappunto nella scena agreste dei due viandanti,  Meyer e il dott. Ebel, che hanno abbandonato per un attimo la strada per godersi sui prati, fra le capre al pascolo, lo spettacolo della cascata.  Il loro punto di vista, tuttavia, è molto più ravvicinato di quello più distante dell’osservatore, misurato dall’acqua in primo piano che, scorrendo verso di lui, lo attira e lo rende partecipe della scena. Nel contrasto tra il brivido grandioso e pauroso della cascata e l’ameno scenario del primo piano scatta il sentimento del sublime in cui si compendia tutta l’anima romantica.