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Titolo dell'opera:

fine del Canal Grande verso Santa Chiara (La) (1729 ca.)

Autore:

Antonio Visentini

(Venezia 1688 - Venezia 1782)

Dimensioni:

parte incisa mm. 252 x 422, lastra mm. 273 x 432

Tecnica:

Acquaforte

Stile:

Barocco

Note:

Marg. inf.: Ex Fullonio usque ad Aedem S. Clarae, ubi Canalis definit

b. dx.: XII 

I° stato di 5

Bibliografia

Da Carlevarijs ai Tiepolo. Incisori veneti e friulani del Settecento, cat. della mostra Gorizia/Venezia,  a cura di Dario Succi, Venezia, Albrizzi editore,  983;  Dario Succi, Venezia nella felicità illuminata delle acqueforti di Antonio Visentini. Con il catalogo ragionato delle incisioni Urbis Venetiarum prospectus celebriores, introd. di Giandomenico Romanelli, Treviso, Vianello, 1984 (nuova ediz. 1995); André Corboz, Canaletto - Una Venezia immaginaria, Milano, Electa, 1985; Canaletto & Visentini, cat. della mostra Gorizia/Venezia, a cura di Dario Succi, Padova, Bertoncello-Tedeschi, 1986; Il Canal Grande nelle vedute del Prospectus Magni Canalis Venetiarum, a cura di E. Concina, Milano, Il Polifilo, 1988; I rami di Visentini per le vedute di Venezia del Canaletto, cat. della mostra Museo Correr Venezia, a cura di Giulio Lari, Bergamo, Bolis, 1990; Dario Succi, La Serenissima nello specchio di rame. Splendore di una civiltà figurativa del Settecento, Castelfranco Veneto, Cecchetto Prior Alto Antiquariato, 2013.

fine del Canal Grande verso Santa Chiara (La) (1729 ca.)

La veduta raffigura la parte terminale del Canal Grande verso nord, dalla curva del  Follonio a sinistra, fino all’ex convento di Santa Chiara dove il Canal Grande finisce aprendosi sulla laguna interna.

Da notare sulla destra il palazzetto gotico con l’insegna ovale al di sotto del terrazzetto,  che fu casa del residente-segretario inglese. Davanti ad essa stazionano due eleganti gondole con felze in attesa forse di due gentiluomini con copricapo inglese che sono sull’atto di essere congedati sulla porta del palazzetto.  

In questo I stato dell’incisione, tra le primissime realizzate da Visentini intorno al 1729, l’acqua è raffigurata a tratti arcuati ben distanziati, alquanto primitivi e “ingenui” scrive Dario Succi. Anche gli scafi delle barche sono resi a larghe linee parallele. Tutti questi effetti di diradamento, che tolgono forza espressiva all’immagine, verranno corretti nel secondo stato del 1742 infittendo e rafforzando la tessitura dei segni. Il corrispondente dipinto del Canaletto è datato dagli studiosi intorno al 1726-27 e fu certamente anch’esso uno dei primi realizzati dal pittore per il console Smith, sia perché sembrava logico pensare l’ordine delle prospettive partendo dalla cima del Canal grande a Nord, sia perché Smith desiderava probabilmente avere subito la rappresentazione la raffigurazione della casa del residente –segretario inglese.