Renzo con Tonio e Gervaso all’osteria sotto lo sguardo dei bravi di don Rodrigo (1831)
(Roma 1781 - Roma 1835)
foglio mm. 425 x 543, parte figurata mm. 305 x 340
Litografia
Romanticismo
Pinelli fe Roma 1831
Renzo con gli amici Tonio e Gervaso entra all’osteria del paese dove il Griso ha piazzato alcuni suoi bravi per spiare eventuali movimenti sospetti. Si trovano così di fronte i due gruppi che hanno organizzato l’uno il matrimonio di sorpresa, l’altro il rapimento di Lucia, entrambi destinati al fallimento. L’illustrazione di Pinelli corrisponde puntualmente alla scena descritta dal Manzoni nell’edizione, letterariamente più primitiva, del 1827, dove il bravo di guardia alla porta «colle braccia incrocicchiate sul petto», «sguaraguatava a dritta e a sinistra» e dove gli altri bravi giocano a morra su un «deschetto», anziché «a un canto della tavola». Pinelli non poteva mancare la scena, se non altro perché il gioco della morra era stato uno dei suoi cavalli di battaglia nelle scene di vita romana dove appare immancabile quella che Manzoni descrive come la destra «sospesa in aria», «con tre grosse dita sparpagliate» che, nell’edizione del ’40, diverranno, molto più efficacemente, «tre ditacci tesi e allargati».