Personaggi dei "Promessi Sposi" (1984)
(Scordia (CT) 1938 - vivente )
mm. 215 X 375
Espressionismo
Lupica 1984
In calce alla serigrafia
112/150 - Personaggi de "I Promessi Sposi" - Lupica 1984
L’ambizione di Lupica è qui quella di presentarci non dei semplici volti dei personaggi chiave del romanzo, ma dei volti-carattere, in grado di esprimere nei loro tratti fisici, quelli tutti interiori della loro anima che ne determina le azioni e il ruolo nello stesso romanzo.
Le brevi frasi del romanzo riportate accanto ad ognuno di essi, non ne costituisce quindi solo la descrizione, ma istituisce un rapporto immediato e diretto tra immagine e parola. La grande forza descrittiva della prosa manzoniana sembra così per incanto materializzarsi nell’immagine, ma, allo stesso tempo, ogni volto pare acquistare vita e senso dalle parole in un circolo di rimandi che assorbe progressivamente i blocchi grafici di testo nella composizione, li rende parti consustanziali ad essa sia nel loro aspetto puramente grafico che nel significato delle parole.
Di questi volti il testo viene dunque a costituire il miglior commento, quello che trasforma questi personaggi da mere individualità romanzesche in tipi universali, come sa fare ogni grande arte.
La Signora di Monza
“… il suo aspetto che poteva dimostrar venticinque anni faceva a prima vista un’impressione di bellezza sbattuta, sfiorita, e direi quasi, scomposta …” cap.. IX
Don Abbondio
“… non era nato con un cuor di leone, ma fin da’ primi suoi anni, aveva dovuto comprendere che la peggior condizione, a que’ tempi, era quella di un animale senza artigli e senza zanne …”cap. I
Padre Cristoforo
“… tutto il suo contegno annunziava una lunga guerra tra un’indole focosa, risentita e una volontà opposta abitualmente vittoriosa, sempre all’erta, e diretta da …”cap. IV
L’Innominato
“… era grande, bruno, calvo, bianchi i pochi capelli che gli rimanevano, rugosa la faccia: a prima vista , gli sis sarebbe dato più de’ sessant’anni che aveva …” cap. XIX
Card. Federigo Borromeo
“… fu degli uomini rari in qualunque tempo, che abbiano impiegato un ingegno egregio, tutti i mezzi d’una grande opulenza, tutti i vantaggi d’una condizione privilegiata, un intento continuo nella ricerca e nelle’esercizio del meglio.” cap. XXII
Don Rodrigo
“… in quei contorni, non ve n’era uno che potesse, a mille miglia, competer con lui, di nome,di ricchezza, d’aderenze e della voglia di servirsi di tutto ciò, per istare al di sopra degli altri ….” Cap. IV (VII)
Il testo –commento a Don Rodrigo, non si trova al cap. IV, come qui indicato, bensì al cap. VII del romanzo.
Ma, al di là di questo piccolo lapsus, c’è un personaggio, l’ultimo a destra del gruppo, privo del corrispettivo riferimento testuale. E’ probabilmente lo stesso don Rodrigo, colpito dalla peste, nel suo aspetto finale di perdente.