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Titolo dell'opera:

La caccia all'untore (1984)

Autore:

Nino Lupica

(Scordia (CT) 1938 - vivente )

Dimensioni:

cm. 49,5 X 70

Tecnica:

Acquarello e tempera

Stile:

Espressionismo

Firma:

Lupica '84

La caccia all'untore (1984)

Per Renzo è il momento più drammatico nella Milano infestata dalla peste, dove è giunto alla ricerca di Lucia. Puntato a dito come untore da una vecchia impaurita, è circondato e assalito da una folla inferocita. Mani, pugni e piedi si avventano contro di lui che cerca di divincolarsi nel vorticoso accalcarsi della gente.

Gli illustratori ottocenteschi e del primo Novecento rappresentavano qui il momento eroico del suo salto sul carro dei monatti con cui alla fine si sottrae al linciaggio. Lupica, invece, con sensibilità tutta moderna, rappresenta il momento della massima irrazionalità della scena, quello in cui la paura della peste diventa ricerca del capro espiatorio e cieca ferocia contro un innocente, la cui paura si fa prima angoscia e poi difesa violenta contro gli assalitori.

E’ appunto il circuito irrazionale di paura e violenza quello che ci restituisce il vorticoso dinamismo    di questa immagine, un vero è proprio agglomerato da nuvola post informale, come ha scritto Raffaele De Grada, in cui c’è tutta l’energia creativa dell’artista siciliano, quella che Mario Luzi ha chiamato “il furor di Lupica”.  

 

 

I Promessi Sposi,   ed. 1840, cap. XXXIV

 

…“l’untore! dagli! dagli! dagli all’untore!”

“Chi? Io! Ah strega bugiarda! Sta zitta,” gridò Renzo; […] Allo strillar della vecchia , accorreva gente di qua e di là; […] Renzo non istette lì a pensare: diede un’occhiata a destra e a sinistra , da che parete ci fosse men gente, e svignò di là.

Rispinse con un urtone uno che gli parava la strada; con un gran punzone nel petto, fece dare indietro otto o dieci passi un altro  che gli correva incontro; e via  di galoppo, col pungo in aria, stretto, nocchiuto pronto per qualunque altro gli fosse venuto tra’ piedi. […] ma dietro le spalle sentiva  il calpestio e, più forti del calpestio, quelle grida amare: “dagli! dagli! all’untore!” Non sapeva quando fossero per fermarsi; non vedeva dove si potrebbe mettere in salvo . L’ira divenne rabbia, l’angoscia si cangiò in disperazione ; e, perso il lume degli occhi, mise mano al suo coltellacci, lo sfoderò, si fermò su due piedi, voltò indietro il viso più torvo e più cagnesco che avesse fatto a’  suoi giorni …