Albosaggia, Verso S. Giacomo (1986)

Lo sciatore che al centro, in primo piano, avanza sotto il peso dello zaino trascinando ritmicamente i suoi sci lungo l’ampio sentiero innevato che sale verso S. Giacomo nel roseo chiarore di un’alba preludio di una splenda giornata di sole, è piccolo nel pur ristretto paesaggio del primo piano chiuso fra il grande abete dalle fronde innevate a sinistra e il breve costone roccioso interamente ricoperto di neve a destra. Ma la sua figura dai contorni incerti e sfrangiati serve in realtà a dilatare la ristretta porzione di paesaggio all’imbocco di una curva del sentiero, mettendo in tattile rilievo la soffice morbidezza della neve fresca immacolata, ancora non toccata dal sole, e l’ampio aprirsi del cielo che si illumina si primi raggi di sole che ne scoprono la volta turchina. È una sensazione di intenso benessere a stretto contatto con la natura che solo chi ha praticato lo scialpinismo conosce bene e che l’artista, provetta scialpinista, riesce qui a trasmettere pienamente attraverso l’immagine del marito protagonista della scena.