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Titolo dell'opera:

Studio di granoturco verde (Valtellina) (1959)

Autore:

Ennio Morlotti

(Lecco 1910 - Milano 1992)

Dimensioni:

cm 89,6x65,2

Tecnica:

Olio su tela

Stile:

Naturalismo informale

Firma:

Firmato in basso a destra: Morlotti

Provenienza:

Commissione diretta della banca all’artista nel 1959

Esposizioni:

1990, Sondrio, Palazzo del Governo, Il paesaggio valtellinese dal Romanticismo all'Astrattismo

Bibliografia

14 pittori in Valtellina e Valchiavenna, a cura di M. Gianasso (introd. di G. Ravegnani), Sondrio, 1961, n. VII; F. Monteforte, Il paesaggio valtellinese dal Romanticismo all'Astrattismo, catalogo della mostra, Milano, 1990, p. 171, n. 56; AA.VV., Tesori d'arte delle banche lombarde, Roma, 1995, p. 455; G. Bruno, P. Castagnoli, D. Biasin (a cura di), Ennio Morlotti. Catalogo ragionato dei dipinti, Milano, 2000 (l'opera, riprodotta a p. 284, n. 686 del 1° vol., LX, è data di "ubicazione ignota" e "databile 1961")

Studio di granoturco verde (Valtellina) (1959)

“Il quadro deve esser una parete con un po’ d’angoscia “ scrive Morlotti e quest’idea trova qui una delle sue espressioni più efficaci. L’artista non è fuori dalla natura, ma dentro il suo grembo. E’, per così dire, incarnato in essa, come Pier delle Vigne nel IX canto dell'Inferno dantesco. Intrisa di luce e di colore, la materia pittorica si fa materia vegetale, carne della natura. L’inorganico diventa organico. Ma nel rigoglio della materia non c’è alcuno spiraglio. Lo sguardo senza via d’uscita, vi rimane imprigionato.

Il proliferare e avvolgersi delle foglie, il loro avvinghiarsi e slabbrarsi, narrano la vicenda antica della pianta, quasi metafora della stessa vita anch’essa una sorta di labirinto senza via d’uscita.

I paesaggi naturali di Morlotti sono sempre, nello stesso tempo, racconto della natura e meditazione sulla vita, “parete con un po’ d’angoscia” appunto.

Questo Studio di granoturco, insieme ad altri lavori sullo stesso tema vegetale, appartiene alla fase più estrema e matura del grande ciclo dei paesaggi informali di Morlotti degli anni Cinquanta che hanno portato alla ribalta internazionale l’opera dell’artista lecchese.

Acquistata nel 1959 dalla Banca Popolare di Sondrio direttamente dall’artista nell’ambito dell’iniziativa 14 pittori in Valtellina e Valchiavenna, il cui catalogo è stato pubblicato nel 1961, l’opera è riprodotta nel catalogo generale dell’opera di Morlotti, curato da Rossana Bossaglia, con l’indicazione “ubicazione ignota” malgrado il corretto riferimento bibliografico al volume edito dalla Banca Popolare di Sondrio nel 1961.