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Titolo dell'opera:

Carica di carabinieri nella battaglia di Pastrengo

Autore:

Sebastiano De Albertis

(Milano 1828 - Milano 1897)

Dimensioni:

cm 150x352

Tecnica:

Tempera e puntasecca su tela

Stile:

Realismo ottocentesco lombardo

Provenienza:

Collezione privata milanese, 1992

Bibliografia

G. Robustelli, Passeggiate ricreatrici nell’Italia artistica, Milano, 1881; L. Benapiani , A. Barattani, Ars – Appunti sulla mostra della Società per le Belle Arti ed Esposizioni Permanenti, in Milano, Milano, 1886, p. 34; Catalogo dei quadri, disegni, acquerelli, mobili antichi, oggetti diversi del fu Comm. Sebastiano De Albertis, Professore Onorario della Accademia delle belle Arti di Brera, Milano 1899, p. 20, n. 97; AA.VV., Tesori d’arte delle banche lombarde, Roma, 1995, p. 246

Carica di carabinieri nella battaglia di Pastrengo

“Su di un cavallo bianco, avanti a tutti, il Capitano Conte Morelli di Popolo si volge alzando la spada, eccita all’assalto i suoi soldati che si slanciano arditamente alla carica collo sguardo rivolto verso il nemico. Anche il Tenente Cavagna si volge colla spada alzata, incitando i soldati come il suo Capitano”. Così questo grande bozzetto viene descritto nel Catalogo delle opere e degli oggetti del pittore messi in vendita nel 1899.

Come la bacchetta di un direttore d’orchestra, la spada alzata del Capitano Morelli di Popolo, che galoppa sul suo cavallo volgendosi verso i suoi, è il punto di attacco e di sintesi di un trascinante crescendo che si trasmette in primo piano a tutto il vorticoso movimento dei cavalli - a lungo studiati dal De Albertis nei numerosi disegni e nella lunga osservazione diretta durante la vita militare - e sembra propagarsi alle altre analoghe scene di reparti all’attacco che si perdono orizzontalmente all’infinito in accenni sempre più sommari. “Di quei cavalli – scrisse Giovanni Robustelli nel 1881 in Passeggiate ricreatrici nell’Italia artistica riferendosi al dipinto tratto da questo bozzetto – vedi il fumo delle narici, senti lo scalpitio sonoro, incontri la fiamma degli occhi, tocchi il sudore del fianco percosso”. Sulla sinistra, in contrasto con il dinamismo della composizione, si intravede il piccolo gruppo del Re ritto sul cavallo bianco mentre osserva la battaglia.

Ciò che indubbiamente più colpisce è la fresca immediatezza e l’eccezionale dinamismo dell’insieme in cui ogni particolare è, allo stesso tempo, minutamente descritto e perfettamente rifuso ricevendo ulteriore forza ed energia, al punto che la rappresentazione trascende l’episodio storico per diventare espressione dell’idea stessa di carica militare.

Il grande bozzetto costituisce lo studio preparatorio per il dipinto di uguale soggetto del 1880, esposto nel 1882 alla Società Promotrice di Torino, acquistato da Re Umberto I e infine donato all’Arma dei Carabinieri nel cui Museo di Roma è oggi collocato.

Giovanni Anzani, che ha studiato questo bozzetto, lo data allo stesso anno del dipinto o, al più, agli anni immediatamente precedenti, comunque al periodo della maturità artistica del pittore milanese, successivo alla morte del figlio Enrico nel 1874, in cui nascono quasi tutti i suoi celebri capolavori di soggetto militare.

L’opera - oggetto nel 1992 di un restauro che ne ha fermato lo stato di grave deterioramento in cui si trovava al momento dell’acquisto e di cui si intravedono purtroppo ancora i segni - è un ottimo esempio dello straordinario virtuosismo e della personalissima tecnica artistica del De Albertis.

Come ha messo in evidenza il restauro, il pittore lo ha eseguito avvalendosi della punta secca sopra uno strato di tempera fresca stesa su una tela sottile. Le macchie di vernice gialla e di pittura ad olio che vi si notano qua e là in basso, sono probabilmente il risultato di prove di colore o ripuliture del pennello durante l’esecuzione dell’olio.

Realismo descrittivo e sintesi scapigliata si fondono mirabilmente, per il resto, in questo bozzetto in cui, accanto all’abilità dell’artista, vive ancora tutta la passione militare del vecchio garibaldino.

De Albertis dipinse ancora nel 1884 un altro quadro Carica dei carabinieri a Pastrengo, di dimensioni più ridotte, presentato nel 1890 alla mostra su “La pittura lombarda nel secolo XIX” alla Permanente di Milano.