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Titolo dell'opera:

Pradegiana (La) (1982)

Autore:

Giancarlo Vitali

(Bellano 1929 - )

Dimensioni:

mm 305x350

Tecnica:

Acquaforte e acquatinta su zinco

Stile:

Naturalismo espressionista

Firma:

Firmata sul foglio in basso a destra: Gian Vitali

Provenienza:

Acquisto diretto da editore

Note:

L’opera fa parte delle 10 incisioni che compongono la cartella di Giancarlo Vitali, Il mio paese del lago, presentazione di Gianni Brera

Stampatore: Grafica Uno, Milano; Editore: Oreste Bellinzona, Lecco, 1982

Tiratura: 70 + X

Esemplare: 13/70

Unico stato

Bibliografia

E. Invernici, Il Punto Stampa, supplemento al n. 1, a. II, gennaio 1983, pp. I-IV (con bibliografia); Catalogo di Grafica contemporanea n. 3, Galleria Ghiggini, Varese, 1985-1986, n. 300; Giovanni Testori, Le reti del Bellanasco in Annuario della Grafica in Italia, n. 19, Milano, Giorgio Mondadori, 1989, p. 85; Marco Goldin, Paesaggi italiani, cat. della mostra, Conegliano Veneto, 1991, n.87; Paolo Bellini, L'incisione in Italia nel XX secolo, Milano, Mazzotta, 1993, nn. 94-95; Paolo Bellini, (a cura di) Giancarlo Vitali, Catalogo dell'opera incisa 1980-1993, O. Bellinzona - C. Linati Editori, Milano/Editrice G. Stefanoni, Lecco, 1994, ill. n.46, scheda 23; Franco Monteforte (a cura di), Vita di lago. Omaggio a Giancarlo Vitali, con una presentazione di Andrea Vitali, Banca Popolare di Sondrio, 2009.

Pradegiana (La) (1982)

E' la Pradegiana, la Bellano antica dei pescatori, così come la vedeva l'artista dalla casa natale di via Carlo Alberto, quella che Vitali ci restituisce qui in tutta la sua suggestiva e poetica fatiscenza, oggi in gran parte perduta dopo gli sventramenti edilizi che ne hanno modificato profondamente la fisionomia.

Il soggetto è fra i più cari all'artista e fra i più ricorrenti nella sua produzione. Lo si ritrova già in una tempera del '45, quindi in un olio del '46-'47, in un successivo disegno e in due altre incisioni, con ampiezza di veduta e prospettiva sempre diverse.

In questa incisione dell'82, Vitali dimostra un magistrale dominio dell'acquaforte negli effetti di luce e di ombra, e dell'acquatinta negli effetti pittorici dell'intonaco povero dei muri, lavorato dal tempo. Lo scorcio acquista così un senso di forte vitalità e di movimento, grazie anche alla grande varietà e al ritmo delle linee spezzate delle scale e dei tetti, alle finestre che si aprono come occhi sul volto delle case, ai comignoli che ne accentuano la verticalità e incrementano l'altezza del punto di vista. Lo sguardo dell'artista, è distante e allo stesso tempo profondamente partecipe della visione, scruta e sembra quasi cercare se stesso nel volto di queste case.