Chiavenna
(Milano 1898 - Milano 1980)
cm 50x70
Olio su tela
Chiarismo
Firmato in basso a sinistra: Lilloni; in basso a destra Chiavenna
Commissione diretta della banca all'artista nel 1959
1990, Sondrio, Palazzo del Governo, Il paesaggio valtellinese dal Romanticismo all’Astrattismo, n. 46
14 pittori in Valtellina e Valchiavenna, a cura di M. Gianasso, Sondrio 1961, Tav. XIX; F. Monteforte, Il paesaggio valtellinese dal Romanticismo all’Astrattismo, catalogo della mostra, Milano, 1990, p. 161; AA.VV., Tesori d’arte delle banche lombarde, Roma, 1995, p. 422
Una soffice massa di umido verde e un cielo di vaporoso grigio avvolgono una minuscola Chiavenna che affiora alla luce con delicato lirismo, al centro della composizione, stretta fra i due versanti e quasi dissolta con le sue piccole case nel vasto scenario montuoso che si apre alle sue spalle.
Rivive nel bosco in primo piano lo spirito delle antiche miniature lombarde dove le foglie degli alberi si potevano contare una ad una. Ma in questi colori privi di peso c’è una grazia tutta orientale spesso ricorrente nella pittura di Lillloni dove, scrive Guido Ballo, “le vedute con alberi leggeri […] fanno pensare ad un influsso delle riproduzioni della pittura cinese” (G. Ballo, La linea dell’arte italiana dal simbolismo alle opere moltiplicate, Roma, 1964). La composizione è tutta giocata sul contrasto fra le tonalità più scure del primo piano e le sfumate evanescenze dello sfondo, fra la sottile punteggiatura cromatica del bosco e la monocromia che riunisce nuvole e montagne. La soffusa dolcezza della tavolozza e del tocco pittorico di Lilloni, si unisce qui a un sapiente gioco di diagonali che cullano la piccola Chiavenna nel lettino luminoso che si forma al punto della loro intersezione, anche se il mutamento stilistico fra il primo piano e lo sfondo è forse un po’ troppo netto e brusco.
Questo paesaggio di Chiavenna, non ricompreso nel Catalogo ragionato dei dipinti e dei disegni dell’artista a cura di Renata Lilloni (Milano, 3 voll., 2002), viene ad arricchire il ciclo dei tredici paesaggi valtellinesi e valchiavennaschi conosciuti, dipinti da Lilloni fra il 1950 e il 1955. Dal punto di vista compositivo l’opera appare molto vicina a un altro paesaggio valchiavennasco, Valle di Chiavenna (Catalogo ragionato, tomo II, p. 695, n. 1267) di cui ripete anche le dimensioni.