La pittura del Seicento in Olanda è caratterizzata dal suo tono essenzialmente intimista e borghese, derivato dal fatto che qui la committenza non è fatta da un principe o da ricche istituzioni come la chiesa, ma da mercanti e privati cittadini animati da una severa religiosità protestante. Da illustre e celebrativo, il linguaggio barocco si fa perciò in Olanda più personale e razionale, espressione di una coscienza individuale che medita con problematico realismo su tutti gli aspetti della vita e della natura nei soggetti religiosi, di vita popolare, di paesaggio e nelle nature morte. Anche la dimensione dei quadri, spesso di piccolo formato soprattutto nei quadri di genere, è una spia di questo diverso clima culturale entro cui si svolge l'arte barocca olandese del Seicento. Il centro più importante di irradiazione della cultura artistica è in Olanda Utrecht, dove nei primi decenni del Seicento si sviluppa quel circolo dei caravaggisti (v.) da cui usciranno Ter Brugghen e Mattia Stomer per non citare che i più noti, e che insieme ad Anversa costituisce il centro più fertile di tutta la pittura dell'Europa del nord nel Seicento.
Attraverso la lezione di Caravaggio, appresa spesso direttamente in lunghi soggiorni in Italia e assimilata in seguito anche per il tramite di importanti esponenti del caravaggismo (v.) come Orazio Gentileschi, ad esempio, che lavora a lungo in Inghilterra influenzando tutta la pittura del Seicento olandese, il problema centrale della pittura barocca olandese diventa quello della luce e della luminosità come strumento fondamentale dell'indagine sulla realtà che è appunto la caratteristica costitutiva dell'arte olandese del Seicento. Già evidente in Ter Bruggen e in Stomer, questo tema della luce e del chiaroscuro diventa centrale nell'opera dei tre grandi maestri della pittura olandese del Seicento, Fanz Hals, Rembrandt, la cui opera è all'origine di una scuola vastissima di artisti, e Vermeer che nel plastico realismo dei suoi interni costruisce attraverso la luce un intenso racconto di sottili e intime emozioni. E sulla scia di Vermeer si svolge anche l'arte di un altro maestro olandese del Seicento, Pieter de Hooch.
Accanto ad essi, c'è nel barocco olandese la vasta schiera dei pittori di scene di genere (v.), degli animalisti come Philiips Wouvermans e Paulus Potter, e soprattutto dei paesisti, che si dividono tra la corrente italianizzante di artisti come Jan Asselyn, Nicolaes Berchem e Thomas Wijck che nel soggiorno romano hanno assimilato i contenuti storici e mitologici oltre che i modi accademizzanti della grande pittura di paesaggio dei Carracci e di Claude Lorrain e la corrente realista più legata alla tradizione bruegheliana del paesaggio fiammingo. Saranno tuttavia due grandi paesisti come Hercules Seghers e Jan van Goyen, e in seguito Jacob van Ruysdael e Meindert Hobbema, a dar vita al genere del paesaggio tipicamente olandese.