Immagine di pergamena con glossa

Barocco

L'indirizzo stilistico che, a partire dal 1630 e sotto lo stimolo dell'opera di Rubens, si afferma in pittura, scultura e in architettura con le opere del Bernini, del Borromini e di Pietro da Cortona, dapprima a Roma e in seguito in tutto il resto d'Italia e in Europa. Le caratteristiche di questo nuovo stile sono date da un nuovo senso della bellezza che non nasce più dalle caratteristiche classiche di ordine, proporzione e simmetria, ma piuttosto dall'irregolarità, dalla bizzarria inventiva e dall'incessante movimento delle forme. Ne risulta un'arte scenografica e fortemente teatrale tesa a mobilitare nello spettatore tutte le risorse dell'immaginazione e a generare un'illusione continua di movimento e di vita privilegiando così gli aspetti psicologici ed emotivi dell'esperienza estetica rispetto a quelli puramente contemplativi dell'arte classica. Furono questi, del resto, gli aspetti che decretarono la rapida diffusione e il successo del nuovo stile soprattutto come arte ufficiale della Chiesa e del potere nell'età della controriforma e del nascente assolutismo. Il barocco ci appare così come una corrente stilistica che nel Seicento si affianca a quella caravaggesca (v. caravaggismo) e classicista (v. classicismo) da cui si distingue nei suoi caratteri stilistici di fondo, ma con cui appare per molti versi anche strettamente intrecciata. Dal caravaggismo, infatti, trae il gusto per la vitalità realistica delle forme, senza tuttavia mutuarne il crudo naturalismo sociale e i temi popolari, mentre condivide col classicismo i temi e la tendenza all'idealizzazione e alla grandiosità celebrativa delle forme per le quali, tuttavia, rivendica una piena libertà creativa e inventiva al di fuori di ogni rigido canone estetico.
L'origine del termine resta ancor oggi incerta. Secondo Benedetto Croce esso fa riferimento in origine a un tipo di sillogismo medievale, il baroco, che dietro l'artificiosa costruzione logica cela una scarsità di contenuto e di verità. Ma già nel 1694 il Dizionario dell'Accademia francese scrive che "barocco si dice soltanto delle perle che sono di rotondità molto imperfetta", richiamandosi al termine portoghese aljofre barroco, pietra preziosa irregolare. L'etimo in entrambi i casi denuncia il significato originario spregiativo e negativo del termine. E tale rimarrà, infatti, per molto tempo anche dopo che il termine barocco fa il su ingresso ufficiale nel linguaggio della critica d'arte in età neoclassica con Winckelmann che condanna l'orientamento estetico di Bernini, Borromini e del Cavalier d'Arpino e quindi con Quatremère de Quincy, Francesco Milizia, Mengs, Sulzer e gli altri teorici del neoclassicismo che condannano le forme barocche come veri e propri errori e aberrazioni estetiche ridicole, frutto del mero capriccio dell'artista.
La rivalutazione del barocco nella critica d'arte inizia solo con la pubblicazione nel 1888 del saggio di Heinrich Wölfflin, Rinascimento e barocco, e di quella successiva dei suoi Concetti fondamentali di storia dell'arte. Sulla base di un serrato confronto tra l'arte rinascimentale e quella barocca, Wölfflin delinea una teoria evolutiva secondo cui ogni stile attraversa una fase iniziale arcaica o primitiva, cui segue una fase classica, cioè di opere esemplari che ne definiscono compiutamente i caratteri stilistici, e quindi una fase barocca in cui lo stile si complica e fiorisce in forme sempre più complesse fino ad esaurirsi per lasciare il posto alla formazione di un nuovo stile destinato a ripercorrere queste stesse fasi. In questo quadro gli stili nascono e si evolvono sotto la spinta di una necessità immanente alla stessa forma e si distinguono secondo un criterio di "pura visibilità". Tutti gli stili della fioritura irregolare della forma, dall'arte ellenistica, al gotico, al barocco al rococò e al liberty, appartengono a una stessa famiglia stilistica, quella barocca appunto. Questa stessa teoria, resa più rigida e schematica, ha formato la base di quella successiva di Eugenio d'Ors che nel 1945 ha teorizzato il barocco come una sorta di categoria perenne dello spirito umano. In precedenza, nel 1929, Benedetto Croce, nella sua Storia dell'età barocca in Italia, aveva riproposto, senza fortuna, di tornare a una valutazione del tutto negativa del barocco.
Oggi l'arte barocca, nella critica e nella storiografia artistica, è valutata in tutta la sua importanza come una delle manifestazioni stilistiche fondamentali del Seicento che da Roma si diffonde in Italia e in Europa declinandosi in forme diverse, a Venezia con l'architettura del Longhena, a Torino con quella del Guarini, in Spagna con Chuguerrete, in America latina, in Austria e in Baviera, meno in Inghilterra, nei Paesi Bassi e in Francia dove l'arte del grand siècle resta, con Poussin e Claude Lorrain, saldamente ancorata al classicismo e il barocco si diffonderà solo successivamente sotto la forma del rococò (v.).

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