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Bamboccianti

Sono così chiamati i pittori caravaggeschi (v.) di genere popolare attivi a Roma tra il 1625 e il 1638 che si ispirano alle opere dell'olandese Peter van Laer (1599-1642), detto il Bamboccio per il suo aspetto fisico deforme e vagamente ridicolo. Malgrado la considerazione di cui godette il Bamboccio per il suo modo di dipingere "con una imitazione così esatta del naturale, e con una verità così grande, che non se gli può, per giustitia, togliere il merito della lode" come scrive G. B. Passeri nel 1658, e malgrado il largo successo di cui godettero, le opere di questi pittori, subito denominate spregiativamente bambocciate, furono ritenute a lungo nel Seicento e nel Settecento, poco degne di considerazione artistica, per il loro stile anticlassicista che si richiamava direttamente al realismo caravaggesco e per il loro contenuto ispirato a scene di vita e soggetti popolari come facchini, monelli, pitocchi e tagliaborse, spesso raffigurati in modi allegri, sguaiati e grotteschi. Solo nel Novecento si avrà una piena rivalutazione critica della loro opera.