Immagine di pergamena con glossa

Affresco

E' il modo più usato di raffigurazione su muro fin dall'antichità. Consiste nel dipingere su un apposito intonaco umido, fresco appunto, con colori di costituzione terrosa resistenti alla calce, prima che la superficie asciughi.
La tecnica dell'affresco richiede grande cura sia in fase di preparazione che di esecuzione. Il muro va preparato con un primo, grossolano strato di calce e sabbia (il rinzaffo) su cui si applica un secondo strato di intonaco (l'arricciato), fatto di sabbia fine, gesso e mattone pestato, che, presentandosi "a riccio", va opportunamente spianato. Una volta asciutto, su questo strato viene trasferito il disegno da un cartone preparato in precedenza e bucherellato in corrispondenza dei contorni delle figure, per consentire alla polvere di nerofumo di tracciare le linee ripassate subito con un pennello intriso di colore rossastro. Si ha così un primo sommario abbozzo a monocromo del progetto figurativo, la cosiddetta "sinopia". Ogni giorno, la parte di esso che si presume di dipingere viene rivestita con un leggerissimo strato di sabbia finissima, calce e acqua, che forma l'intonaco vero proprio, sottile e ben levigato, su cui, servendosi sempre del disegno sul cartone preparatorio, viene riprodotto ancora il contorno delle figure che consente all'artista di stendere rapidamente il colore mentre il muro è ancora umido e molle, senza ripensamenti, perché gli eventuali ritocchi a secco con la tempera non hanno mai la stessa consistenza delle parti a fresco. La pellicola di carbonato di calcio che, nel corso del processo di asciugatura, si genera dalla reazione chimica tra la calce dell'intonaco e l'anidride carbonica dell'atmosfera, provvede quindi a fissare stabilmente i colori sull'intonaco.
La particolare abilità dell'artista nell'affresco non consiste solo nella velocità di esecuzione, ma soprattutto nel saper prevedere la giusta gradazione e l'effetto finale dei colori, i quali "mentre che il muro è molle, mostrano una cosa in un modo, che poi secco non è più quella" (Vasari).
La pittura " a fresco" o "in fresco" (o "in muro" come scrive qualche autore antico) era già diffusa anticamente in Egitto, nell'area cretese micenea, in Grecia e in Etruria, la tecnica si perfeziona poi definitivamente a Roma, come sappiamo da Vitruvio e da Plinio, ma è nel Medioevo e successivamente in epoca rinascimentale, fino al Settecento, che l'affresco conosce il suo massimo splendore. A partire dall'Ottocento, i mutamenti espressivi e di gusto ne determinano il progressivo declino.

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