Con questa espressione il critico Lionello Venturi indicò nel 1958 la particolare tendenza artistica del cosiddetto "Gruppo degli Otto", cioè di quel gruppo di pittori (Afro, Birolli, Corpora, Morlotti, Moreni, Santomaso, Turcato, Vedova) presentatisi insieme alla Biennale di Venezia del 1952, il cui astrattismo (v.) era carico di echi e rimandi naturalistici, attraverso cui essi "cercavano di dare un effetto concreto".
L'espressione era già stata coniata nel 1942 in Francia in occasione della mostra di un gruppo di pittori postcubisti, che con le loro forme astratte evocavano forme della natura senza rappresentarle.