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Futurismo

Il movimento artistico e letterario sorto dopo la pubblicazione nel febbraio 1909 del Manifesto futurista ad opera di Filippo Tommaso Marinetti, cui fecero seguito nel 1910 il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico di Boccioni, Balla, Russollo, Carrà e Severini. E' stato il primo movimento artistico italiano d'avanguardia, venato da pulsioni irrazionalistiche e anarcoidi, a sostegno di un'ansia di radicale modernità e di una spinta al rinnovamento che faceva tabula rasa di ogni tradizione e concepiva tutta la vita culturale come un nuovo inizio. Così, accanto all'esaltazione della lotta e della guerra ("sola igiene del mondo"), il mito della velocità proclamato da Marinetti nel suo Manifesto, si traduceva immediatamente nel Manifesto tecnico degli artisti futuristi in un'idea dell'opera d'arte come esaltazione del movimento e della "sensazione dinamica" che permea di sé tutta la vita moderna ("Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente."). Liberata dalla tirannia della tradizione e dell'Accademia, l'arte ritrovava così un rapporto con la vita moderna, ne diveniva l'interprete e scopriva la centralità dello spettatore e del punto di vista dell'osservatore nella costruzione stessa dell'opera ("Noi porremo lo spettatore al centro del quadro").
Sostenitore aperto di un Italia a vocazione bellica e imperialista, fiancheggiatore acceso della "borghesia guerra-fondaia" e interventista nella prima guerra mondiale, il movimento futurista, che nel 1918 si costituì in Partito politico futurista, fu una delle componenti della società italiana che portarono all'affermarsi del fascismo nel 1921. Ma, sul piano artistico, la rilevanza dell'opera di Boccioni, di Severini, di Carrà, di Balla nello svecchiamento dell'arte figurativa italiana e nella sua apertura alle coeve esperienze dell'avanguardia europea del costruttivismo, del raggismo e del suprematismo, fu altrettanto innegabile e il tentativo titanico di dare espressione artistica alla "velocità" e al "movimento" nella pittura e nella scultura ha prodotto alcune fra le opere più importanti dell'arte italiana del Novecento, per non parlare del carattere moderno e anticipatore dell'archittetura di Antonio Sant'Elia.
Accanto al "primo futurismo" si distingue oggi un "secondo futurismo" (Fortunato Depero, Fillia, Bruno Munari, E. Prampolini, ecc.) che si sviluppa all'interno del regime fascista tra il 1923 e il 1928 e che, a giudizio del maggiore storico italiano del futurismo, Enrico Crispolti, ha caratteri specifici suoi propri non solo nei confronti del "primo futurismo", ma anche rispetto alle altre esperienze dell'avanguardia europea.