Variante novecentesca dell'acquatinta. L'artista esegue direttamente il disegno sulla lastra con penna o pennello imbevuti di un liquido fatto di zucchero e inchiostro di china, ricoprendo il disegno, appena asciutto, di vernice bituminosa. La lastra viene poi immersa nell'acqua per il tempo sufficiente a far filtrare l'umidità attraverso il bitume, in modo da far gonfiare lo zucchero che sollevandosi stacca la vernice bituminosa, mettendo allo scoperto il metallo. Si procede quindi con il metodo dell'acquatinta (v.). La maniera allo zucchero è stata usata nel Novecento da grandi artisti come Picasso e Braque per potenziare gli effetti espressivi ed acquarellistici dell'acquatinta, dando alle superfici un disegno più libero, diretto e spontaneo di quello troppo lineare dell'acquaforte. In questo senso è stata ripresa anche in Italia da grandi incisori come Giancarlo Vitali con esiti artistici tra i più convincenti.