Immagine di pergamena con glossa

Manierismo veneziano

Come il rinascimento, anche il manierismo (v.) a Venezia si manifesta innanzitutto in un nuovo senso del colore, e in un bisogno di rappresentazione della vita entro una più tormentata e complessa spiritualità. E' questo il significato della svolta manierista dell'ultimo Tiziano che abbandona il sereno naturalismo classico delle sue composizioni per una pittura dove l'evidenza plastica delle figure, sull'esempio dell'ultimo Michelangelo e di Giulio Romano, esprime un'agitazione drammatica che si riflette nello sgranarsi della compattezza del colore in mille vibrazioni luminose. Dinamismo della rappresentazione e forti contrasti chiaroscurali caratterizzano anche l'opera di Tintoretto, anch'essa agitata da un grandioso pathos drammatico che trova espressione nei toni cuoi e scuri di molti suoi capolavori. E se con Paolo Veronese questo senso drammatico si dissolve, c'è però un senso altrettanto grandioso del mondano, col fasto scenografico della vita e le allegorie della gloria e del potere che fanno il loro trionfale ingresso nella pittura veneziana in composizioni ardite che si ricollegano al linguaggio manierista di Giulio Romano.

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