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Acquerello (o Acquarello)

Tecnica pittorica con colori diluiti in acqua distillata, eseguita solitamente su carta o su seta (soprattutto in Oriente). L'acqua distillata, oltre che da solvente funge anche da agglutinante dei colori, misti a un po' di glicerina e a gomma arabica per favorirne la fissazione. E' un tipo di pittura veloce, che richiede grande prontezza esecutiva per il rapido essiccarsi dei colori. Niente come l'acquerello serve a dare effetti di trasparenza e leggerezza aerea  nella pittura di paesaggio, anche se si perde qualcosa nell'intensità degli effetti chiaroscurali.
Conosciuto e largamente utilizzato fin dal III sec. d.C. nella pittura cinese e giapponese, l'acquerello, sperimentato in Europa già nel '500 da Dürer e usato per illustrare libri di botanica, fu praticato inizialmente dai vedutisti olandesi del Seicento, ma fu portato ad autonomo tipo di pittura da Bonington, Constable, Gainsbourgh e, soprattutto, da William Turner, fra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento in Inghilterra dove nel 1804 sorse la Water colour society. In Francia si diffuse lungo il Settecento grazie a Watteau e Fragonard, mentre in Italia uno dei primi ad utilizzarlo fu il pittore napoletano di paesaggio Giacinto Gigante dopo il 1826, ma presto si diffuse nella pittura scapigliata lombarda grazie soprattutto a Tranquillo Cremona.
Il termine, peraltro, era già noto in Italia fin dalla fine del '400 come tecnica per eseguire con inchiostro misto ad acqua l'ombreggiatura di schizzi e disegni, come testimonia Cennino Cennini che nel suo Libro dell'arte o Trattato della pittura (fine del XIV sec.) scrive: "Se vuoi, poi che hai collo stile disegnato, chiarire meglio il disegno [...] pòi aombrare le pieghe d'acquerelle d'inchiostro".